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venerdì 6 marzo 2015

Happy Independence Ghana

Alla fine anche se sono stata un po' di tempo in Italia non manco all'appuntamento dell'Indipendenza, il secondo.
Sono poco patriottica, anzi per niente e credo in un mondo senza confini ma celebrazioni come questa servono per ricordarci la nostra storia e le nostre radici.

Tutti i bimbi in vacanza fino a lunedì, oggi chi va in piazza, chi marcia, chi andrà in piscina o solo a mangiare fuori..anche questa è l'indipendenza!

9 giorni per iniziare a donare per il progetto della scuola per bambini di strada http://goto.gg/19785


Happy Independence Day to Ghana from Ghana

Indipendence Arch, Accra, May 2013


mercoledì 4 marzo 2015

AncorAggiornamento ⚓️⚓️⚓️

Sono state settimane molto intense..ho preso un paio di appunti qua e là per scrivere poi al momento giusto. Questo post è un aggiornamento per tutti i sostenitori del progetto di Ancora of Hope.
Sto lavorando molto in queste settimane, anche se è molto difficile grazie alla continua mancanza di corrente elettrica, l'importanza della raccolta fonti e veder finanziato il progetto da qualche istituzione pubblica o privata è essenziale quindi vivo in attesa del miracolo dell'ECG Ltd. (Electricity Company of Ghana Limited) per caricare il pc e procedere. 
Insegno 'francese' (sempre quello imparato in Africa) e educazione artistica in due scuole a Nkawkaw, aspettando di veder realizzato il sogno di costruire la scuola di Ancora. 
Inoltre il progetto procede con le attività di educazione informale per i bambini di strada che non possono e non hanno accesso a nessun tipo di istruzione, nemmeno elementare. L'educazione primaria che dovrebbe essere gratuita è di fatto inaccessibile per molti bambini ghanesi, i costi del materiale scolastico, l'uniforme obbligatoria, il pranzo, la retta si rivela un grosso ostacolo per i sogni di moltissimi bambini che lavorano, vivono per strada, non hanno accesso a buon cibo e acqua pulita. La cosa che continua sempre a sorprendermi è che in ogni caso, trovo sempre tanti sorrisi e tanta speranza.

Il giorno 16 marzo partirà una campagna di raccolta fondi ad opera della sottoscritta su GlobalGiving per assicurare ai bambini dell'educazione informale un posto sicuro dove imparare e studiare. Il vero obiettivo iniziale del contest è raccogliere in 12 giorni 5000 dollari (circa 4.500 euro) da almeno 40 donatori diversi che sarebbero già più che sufficienti per garantire tutto ciò.
Dal 16 al 27 marzo potrete quindi donare on-line al link riportato in seguito, c'è anche il gadget in alto a destra sul mio blog per vedere realizzato il sogno di molti bambini!
Diciamo che se 450 amici donassero 10 euro sarebbe perfetto, ovviamente come dico sempre ogni centesimo conta qualsiasi cifra è ben accetta per il futuro dei miei bimbi! Invito chi non può partecipare economicamente a condividere il progetto tramite il passaparola, anche mediatico.
Vi lascio il link qui sotto per iniziale a leggere il progetto e farvi un'idea (è in inglese) ma potete usare Google Translate! Grazie in anticipo per il sostegno e l'interesse :-*



"Education is the most powerful weapon which you can use to change the world" - Nelson Mandela

lunedì 23 febbraio 2015

-- Nona settimana --

Buona settimana amici!
Vi lascio qui sotto le foto del lavoro di Ancora of Hope alle due scuole sperimentali a Nkawkaw e soprattutto un link per finanziare un progetto condiviso che è un sogno, una campagna di crowdfunding a cura di Tropical Tundra! Sosteneteli e sosteneteci!

Ps.: Li trovate anche a Fa' la cosa giusta a Milano 13-15 marzo 2015 o su FB Tundra Stamperia


"I challenge you to make your life a masterpiece.  I challenge you to join the ranks of those people, who live what they teach, who walk their talk" 






venerdì 6 febbraio 2015

-l'insostenibile leggerezza dell'essere-

Ho fatto l'acquisto del secolo nelle scorse settimane durante la spesa al mercato. Lo strumento che non può mancare nella cucina di una casa ghanese, il grinder ovvero un piatto di coccio che può essere nero o rosso e viene usato per tritare manualmente qualsiasi cosa, ma soprattutto: peperoncino, cipolla, pomodoro (eventuale zenzero, aglio ecc.) per preparare la salsa deliziosa da gustare con il mio piatto preferito che è il banku, il piatto principe della tradizione culinaria ghanese. 
Come accennavo precedentemente si tratta di un gnocco grande come il pugno di una mano fatto con impasto di cassava (manioca) e mais, sale e acqua cucinato all'esterno a fuoco lento fino ad ottenere la consistenza desiderata. Dopodiché viene servito in diversi modi ovvero con diversi tipi di zuppe a base di verdure, carne o pesce ma il mio preferito è quello citato sopra, accompagnato da pesce fritto o dalla mia zuppa di pesce piccante. 
Per la miriade di amici e conoscenti veggy oriented il banku con la salsa tritata è un piatto già abbastanza sostanzioso.
Dopo diversi tentativi e l'assistenza di mani esperte sono diventata un'esperta della tritatura manuale, all'inizio è molto impegnativa per gli occhi ma ci si fa l'abitudine. 
Poi Jane, la proprietaria della casa dove sto da un mese e più, conosce perfettamente la mia passione per il banku e quando lo prepara per tutta la famiglia aggiunge anche la nostra parte :-)
Così oggi, dopo essere tornata da scuola, è venerdì quindi ho giocato a calcio con i marmocchi (anche per celebrare il passaggio alla finale dell'African Cup of Nations del Ghana che si giocherà domenica con la Costa d'Avorio) e aver fatto addormentare questa dolcezza, ho preparato un pranzetto con i fiocchi da consumare con la mano destra rigorosamente seduta sul pavimento. A voi il risultato. 


mercoledì 4 febbraio 2015

Ashanti Region #inviaggio

Sono appena tornata da un mini-weekend fuori porta di una sola notte. Ma che notte.
Il precedente è che l'alternanza di luce sì luce no a Nkawkaw è insopportabile. Non come l'altra volta a Pambros - Accra, la corrente manca praticamente sempre grazie al buon lavoro dell'ECG (Electric Company Ghana Limited) quindi mi sono decisa al weekend al lago, Lake Bosomtwi (o Bosomtwe) nella regioni Ashanti che effettivamente non ho avuto l'occasione di visitare a fondo l'anno scorso durante il mio SVE perché ho preferito la costa, il nord e gli amati villaggi della Regione Orientale.

Sankofa = torna a prendere quello che è tuo
Ritornando al lago, che occupa un cratere formato dall'impatto con un gigantesco meteorite circa un milione di anni fa, è un luogo molto bello dal punto di vista naturalistico e circondato da lussureggianti colline  poco frequentate. Inoltre gli Ashanti lo ritengono una località sacra, credono che le anime dei defunti passino di qui dopo la morte dove dimora il dio Twi. Abbiamo raggiunto una famosa guesthouse sul lago, apprezzata per il suo giardino tropicale ben curato e ordinato e ci siamo rilassati all'ombra delle palme da cocco sulla riva, scambiato quattro chiacchiere con altri viaggiatori e gustato i piatti della cucina locale/continentale. Raggiungerlo non è stato così semplice: 3 tro-tro, un taxi condiviso e un taxi privato per raggiungere le rive del lago percorrendo diversi chilometri in una stradina polverosa ma assolutamente verde.
Ovviamente, subito al termine della partita della coppa d'Africa Ghana-Guinea (3-0) è mancata la corrente, che strano. Per fortuna queste strutture hanno i generatori quindi mi sono divertita a vedere anche Costa d'Avorio-Algeria (2-1), non che sia una particolare amante del calcio in TV ma non avevo scelta, ero in minoranza.
La spiaggia della guesthouse
Poi qualche birra rinfrescante per festeggiare il passaggio alle semifinali, altre chiacchiere, sogni.
La cosa più bella è stata risvegliarsi per un giorno lontano dai bambini piangenti che ho come vicini a Nkawkaw bensì cullata esclusivamente dai rumori della natura.
La mattina abbiamo camminato fino al villaggio 'vicino' Obo e sono rimasta positivamente colpita dallo stile di vita della popolazione. Un villaggio fuori dal mondo e molto lontano dalla città ma pulito, con i cestini ad ogni angolo, le persone pacate che ti salutano, ti invitano a consumare le loro specialità e non ti rincorrono urlando per chiederti qualsiasi cosa..(insomma anni luce distante dall'inciviltà che dilagava nella comunità slum dove vivevo ad Accra, purtroppo tutti cercano fortuna in una capitale satura in tutto, le migrazioni urbane alla fine non riscontrano il successo dell'immaginario collettivo, la vita del villaggio è sicuramente più semplice ma altrettanto soddisfacente).
Forse ci tornerò, con la macchina personale, perché il viaggio in tro-tro su strade un po' così e il letto dove abbiamo dormito mi ha dato qualche problemino alla schiena. Questi viaggi avventurosi valgono sempre gli effetti collaterali.
Un taxi carico di platani
Comunque siccome amo i paesaggi naturali ma preferisco di gran lunga quelli urbani, siamo passati per il Kejetia Market di Kumasi, spesso nominato come il più grande mercato di tutta l'Africa Occidentale. Come sapete il mio senso d'orientamento è pessimo ma nei mercati è fantastico per la regola della compensazione. Kumasi è la seconda città ghanese per dimensioni, molto diversa e caotica rispetto ad Accra, non è bella ma per me ha un fascino indescrivibile.
Vi lascio le foto della prima parte del viaggio, per quelle del capoluogo della regione Ashanti rimando alla vostra immaginazione perché faccio un po' fatica a fare foto in posti molto affollati e non mi piace neanche tanto. Quelli sono gli scatti che conservo nei miei ricordi.


















giovedì 22 gennaio 2015

Com'eravamo (parte seconda)

Scusate, questo vuole essere un post liberatorio sullo schifo che ho letto in questi giorni, a tratti, quando la connessione ad internet funzionava oppure se non c'era light off. So anche di essere un po' in ritardo. Il mio blog è soprattutto diario di viaggio per le mie avventure ghanesi e per condividere quello che mi succede mediato dal mio gusto e dai miei interessi. La Siria rientra nei miei interessi quindi vi lascio il mio commento sulla triste vicenda delle due ragazze rapite. Credo vivamente nella libertà di espressione in tutte le sue forme, anche quando è troppo cinica o tagliente come quella delle vignette di Charlie Hebdo, naturalmente ho il pieno diritto di non condividere perché grazie al dio delle piccole cose ho una mente pensante che non segue il boom degli hashtags su Twitter o dei commenti mediocri su Facebook che impazzano solo quando succede qualcosa di molto grave. Sempre tornando alla Siria, veramente vorrei dire a gran voce che non tollero l'ignoranza diffusa dei miei concittadini che non sanno cosa voglia dire fare cooperazione, che girano stupidamente a loro piacere i commenti di altri giornalisti (altrettanto poco professionali e professionisti), che stanno a sindacare sul pagamento di un riscatto (perché secondo loro sono i soldi di tutti, ma non si domandano che fine fanno tutte le altre spese in bilancio al Bel Paese) e che fanno illazioni squallide e sessiste (a dir poco) sulla missione delle ragazze lombarde. Filo-ribelli? Poco importa, ognuno ha le proprie idee ma soprattutto penso che le ragazze siano state un po' imprudenti, ma credo abbiano pagato sufficientemente con cinque mesi di prigionia. E comunque il governo italiano negli anni ha liberato altri cooperanti e/o mercenari e nessuno ha battuto ciglio. Forse l'era dei social media è veramente troppo.
Anch'io sono stata a Damasco a vent'anni e per ovvi motivi mi ritengo una privilegiata perché la Siria che ho avuto l'occasione di vedere e vivere in diverse occasioni non esiste più. Con le mie splendide compagne di viaggio, nonché colleghe all'università abbiamo girato il paese in lungo e in largo, alcune volte ci siamo ritrovate in situazioni limite forse per ingenuità o imprudenza. Una su tutte è stata la serata passata alla centrale di polizia dove il poliziotto corrotto dava seguito a un tassista che ci accusava di avergli rubato il cellulare. E tante altre..autostop, sistemazioni di fortuna rimediate all'ultimo momento sul confine iracheno, le serate sui tetti, una serie infinita di avventure che rimangono incancellabili nella mia memoria. Io la Siria vera ho avuto l'occasione di viverla.
Ricordo che gli italiani sequestrati nel mondo sono ancora il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, scomparso nel gennaio del 2012 in Pakistan nella provincia del Punjab dove lavorava alla costruzione di alloggi di emergenza e il gesuita romano Abouna Paolo Dall'Oglio di cui si sono perse le tracce nel luglio del 2013 in Siria, a Raqqah. Ho avuto il piacere di incontrare padre Paolo nell'agosto del 2006 quando sono stata nel suo monastero gesuita in Siria, Deyr Mar Musa, a nord di Damasco. Ricordo nitidamente il suo volto, il suo amore per la Siria, dove ha vissuto per oltre trent'anni, tanto che ci sono ritornata l'anno successivo e l'aria di pace che si respirava come solo in pochi altri posti ho potuto percepire. Vi lascio la foto di quel giorno per ricordarvi e ricordarmi che la storia insegna a non ripeterci e che la mia bella Siria chiede costantemente aiuto e c'è bisogno di far cessare questo massacro indipendentemente dagli schieramenti e senza coinvolgere i civili che hanno pagato e stanno ancora pagando un prezzo altissimo per giochi di potere che non li riguardano.