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sabato 28 settembre 2013

La profezia del cucchiaio - parte prima

Lo sapete, sono sempre stata un po’ scaramantica. Dico un po’ perché è qualcosa che va e viene nel tempo e nello spazio a seconda delle circostanze. Allo stesso tempo sono sempre molto attenta ai segnali che raccolgo ogni secondo della mia vita, materiali o immateriali, più o meno paranormali.
Potete pure farvi una mezza risata e pensare a quanto possa essere potenzialmente folle però questa dei cucchiai ve la devo proprio raccontare e magari potete provare a interpretare questo segnale con me.

- Uno dei tanti -
 Prima però dovete sapere che per la natura della cucina ghanese, la maggioranza dei cibi si mangia con le mani o con il cucchiaio, qualsiasi cosa sia: riso, spaghetti o uova. Molti locali mi hanno detto che hanno imparato ad usare la forchetta da adulti. So che suona un po’ strano ma è così.
Da quando sono arrivata il cucchiaio è stato il segnale predominante, quello costante al quale ho iniziato a prestare attenzione subito anche se non ci ho dato così tanta importanza.
Cucchiai ovunque, per strada, nei parcheggi, nelle pozzanghere, sulla spiaggia, e non riesco a spiegarmi il perché. Qualche volta, quando non avevo troppe persone intorno mi sono chinata a raccoglierli. So che non si fa ma a casa le posate scarseggiano sempre, soprattutto perché nessuno ha mai voglia di lavarle ma ora grazie alla mia raccolta abbiamo circa tre forchette e una decina di cucchiai. Un numero quasi decente.
Sembra difficile da immaginare ma parlo di una quantità immensa di cucchiai sparsi per terra, lasciati così al loro destino. Ho provato a indagare sulla questione pensando che potesse esserci una ragione culturale o tradizionale alla base di ciò. Niente. Il caso.
Ieri, durante il mio rientro ondeggiante al villaggio con il tro-tro ne ho visti due, senza averne prima raccolto uno nei pressi di Las Palmas (il ristorante-fast-food vicino all’ong). A quel punto mi si è accesa una scintilla. I cucchiai sono un segnale concreto per qualcosa che verrà. Cosa, ancora non lo so, ma nelle prossime puntate cercherò di delinearlo meglio. Poi vi farò sapere.

martedì 24 settembre 2013

Impressioni di un settembre inoltrato..

Settembre è stato un mese parzialmente anomalo, il mio quinto mese in Ghana è volato, né più né meno di tutti gli altri certo, però mai come adesso mi sono resa conto di come il tempo passi tremendamente in fretta.
Vero è che manca ancora tanto tempo alla fine di questa mia esperienza africana, ma grazie ad oltre una settimana di light-out ho potuto riflettere parecchio a quello che sarò dopo questi 365 giorni. 
In realtà le possibilità che si prospettano all'orizzonte sono due, forse tre. 
La prima è quella di tornare in Italia, cercando di rientrare alla vita di sempre senza troppi shock culturali, architettonici, fisici e sentimentali, ovviamente un background decisamente arrichito, tanti bei ricordi e racconti esaltanti, i mille sorrisi quotidiani incontrati nella terra dei bambini e le impressioni di viaggio. Ipotesi n. 1: scartata. Anche se un caro amico mi ha fatto ricordare tutto quello che mi perderò.
La seconda e non ultima è quella di continuare il giro del mondo, ma suona un po' troppo fantastica anche per un'eterna sognatrice come me.
La terza, quella che al momento sembra la più probabile ma non è ancora confermata, un'idea bizzarra che mi sono messa in testa in questo settembre insolito potrebbe essere quella di rientrare nel bel Paese nella notte tra il 30 aprile e 1 maggio 2014 per qualche mese, variabile da due a cinque, per poi ritornare qui, in Ghana, ad Accra almeno per qualche anno. Perché? Non lo so, ma con tutte le contraddizioni del caso mi sembra di stare abbastanza bene qui e che possa essere un altro buon punto di partenza. In realtà questa ipotesi potrebbe realizzarsi o morire per sempre tra qualche settimana ma intanto mi piace pensare che sarà così. 
Anche adesso che piove intensamente da un paio di giorni non mi sembra poi così male. Quindi in linea ipotetica potrei anche viverci. Magari queste ipotesi sono tutte dettate dall'aria di settembre e da una mente un po' folle ma come sapete mi piace condividere.

venerdì 13 settembre 2013

Io sto con i coccodrilli

On-arrival training organizzato da domenica a giovedì in un complesso un po’ datato poco distante da Cape Coast sulla strada per il Kakum National Park, l'Hans Cottage Botel, il tutto circondato da flora e fauna rigogliosa, a volte indecifrabile, e una quantità non precisata di coccodrilli, una dozzina circa, propriamente alimentati che popolano la zona semipaludosa sulla quale l’intero complesso è costruito.
Annessa un’inaspettata sorpresa: la tanto sognata piscina che mi ha permesso di fare la bella nuotata tanto desiderata. Non ho molto da scrivere perché con tutti i pro e i contro del caso il training è stato a tratti molto interessante e a volte parecchio noioso, denso di luoghi comuni e istruzioni sulla sicurezza, alimentazione e salute che potevano esserci ben risparmiate a oltre quattro mesi dall’arrivo. Per il resto, almeno ho potuto passare del tempo con le altre due simpatiche volontarie coinvolte nello stesso progetto in Ghana per un’altra organizzazione e condividere con loro esperienze, dubbi, risate e resoconti di viaggio.
Ancora una volta niente visita al parco a causa della solita pioggia tropicale, quindi il resto del empo è dedicato al completo relax tra una nuotata in piscina e l'altra. Non so come dire che quasi sentivo la mancanza del villaggio. La vita è assura a volte. Vi lascio anche qualche foto descrittiva.