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mercoledì 23 ottobre 2013

Da Ada Foah

Lo scorso fine settimana ho visitato un villaggio molto interessante, Ada Foah, sulla foce del fiume Volta che dista un paio di ore da Accra in direzione est. Una volta raggiunto il villaggio ci sono due modi (comodi) per raggiungere l’estuario del fiume e alloggiare in uno dei campi/resort costruiti in riva al fiume. Il primo è prendere un mototaxi dalla stazione al villaggio e passeggiare per una decina di minuti oppure prendere un’imbarcazione variabile per forma e dimensioni.
Raggiunto l’estuario non vi dico l’emozione provata nel vedere un paesaggio così tropicale e rilassante allo stesso tempo, un orizzonte fantastico che dopo tutte le paranoie sulla malaria ha fatto bene agli occhi e al cuore.
Finalmente ho cominciato a viaggiare seriamente, adesso che ho ripetuto il test e se n’è andata ufficialmente, a sognare in modo abbastanza concreto tutti i luoghi che vorrei visitare prima della fine di quest’esperienza, facilitata anche dalla presenza di una simpatica ragazza tedesca con cui ho iniziato a pianificare le settimane a venire.
Il prossimo programma si presenta un po’ impegnativo ovvero la rotta verso nord via Lago Volta e villaggi sperduti. Vi darò un resoconto appena l’impresa sarà compiuta. Grazie al break  ‘autunnale’ dei bimbi mi concederò questo viaggio on the road per sette giorni in giro per il Ghana sulla via degli elefanti. Intanto vi lascio le foto dello scorso weekend. Baci a tutti.








mercoledì 9 ottobre 2013

Dieci comandamenti, come assicurarsi la malaria

E non solo. Una lunga, lunghissima giornata in un ospedale ghanese. Molto semplice:

1. Dormire senza zanzariera;
2. Dormire senza ventilatore;
3. Uscire a sera tarda;
4. Non coprirsi;
5. Non usare alcun tipo di repellente;
6. Vestire abiti scuri;
7. Lasciare finestre e porte aperte;
8. Dimenticare la profilassi;
9. Seguire una dieta poco equilibrata;
10. Il caso.

Ecco se volete prendervi la malaria, basta che seguiate queste semplici regole quando vi trovate a viaggiare in un paese tropicale dove questa terribile malattia è endemica (quasi tutta l’Africa Subsahariana, l’America Latina e qualche paese asiatico), considerare che ancora oggi è una delle maggiori cause di morte al mondo, colpendo poco meno di due milioni di persone all’anno, soprattutto bambini.
Io ho seguito letteralmente queste regole, non da subito ma nell’ultimo mese ho iniziato a viverla più tranquillamente, ho tolto la zanzariera perché mi sentivo soffocare, ho usato sempre meno i repellenti, ho dimenticato un paio di volte il Lariam.
Dopo aver passato la notte scorsa insonne a causa della febbre, stamattina mi sono diretta all’ospedale per gli accertamenti del caso ed ecco qua la malaria è arrivata.
Comunque sto già meglio, seguo la cura e speriamo passi presto.

martedì 8 ottobre 2013

West Coast - Viajando

Stavo pensando da tempo a un weekend in solitaria. Perché sentivo il bisogno di stare un po' da sola, allontanarmi dalla realtà circostante e fare le cose che faccio sempre come rilassarmi davanti a un panorama paradisiaco, leggere un buon libro senza essere disturbata dai bambini urlanti, ascoltare la mia musica preferita, scattare qualche foto, fare una nuotata nell'Oceano dove le acque sono relativamente calme, mangiare cibo continentale.
In una sola parola: oziare. 
Avevo quindi pianificato di partire venerdì mattina presto e passare due notti in un piccolo villaggio, Busua, che dista circa 250 km da Accra. Voi direte, non tantissimo, in effetti no. Ma viaggiando con gli economici mezzi pubblici, il mio viaggio prova per andare tra qualche settimana al Mole National Park (a circa 700 km in direzione nord), si è trasformato in un'interessante odissea di sette ore, completamente appagate dalla vista del meraviglioso villaggio. 
Alla fine non ho viaggiato da sola, una giovane volontaria tedesca arrivata il giorno prima ha deciso (non che avesse molta scelta) di unirsi a me, quindi ho dovuto rivedere il mio piano iniziale e tornare per una giornata a Cape Coast e rivedere il Castello.
Comunque è stato un fine settimana piacevole, penso di poter affrontare le 15 ore e più di viaggio che mi separano dagli elefanti, sono ritornata in una soleggiata Cape Coast a differenza dell'altra volta, non ho letto, ma ho fatto qualche bella nuotata nell'oceano prima e in piscina poi quindi posso ritenermi soddisfatta anche se al mio rientro un raffreddore tremendo mi  ha colto di sorpresa e sto cercando di curarlo in qualche modo. Vi lascio le foto.

Busua - West Seashore
Busua - Attività mattutine 1
Busua - Attività mattutine 2 - mi scusassero gli animalisti
Busua
Cape Coast - Castle
Cape Coast - View from the Castle 1
Cape Coast - View from the Castle 2
Cape Coast - Fishing Harbour


sabato 28 settembre 2013

La profezia del cucchiaio - parte prima

Lo sapete, sono sempre stata un po’ scaramantica. Dico un po’ perché è qualcosa che va e viene nel tempo e nello spazio a seconda delle circostanze. Allo stesso tempo sono sempre molto attenta ai segnali che raccolgo ogni secondo della mia vita, materiali o immateriali, più o meno paranormali.
Potete pure farvi una mezza risata e pensare a quanto possa essere potenzialmente folle però questa dei cucchiai ve la devo proprio raccontare e magari potete provare a interpretare questo segnale con me.

- Uno dei tanti -
 Prima però dovete sapere che per la natura della cucina ghanese, la maggioranza dei cibi si mangia con le mani o con il cucchiaio, qualsiasi cosa sia: riso, spaghetti o uova. Molti locali mi hanno detto che hanno imparato ad usare la forchetta da adulti. So che suona un po’ strano ma è così.
Da quando sono arrivata il cucchiaio è stato il segnale predominante, quello costante al quale ho iniziato a prestare attenzione subito anche se non ci ho dato così tanta importanza.
Cucchiai ovunque, per strada, nei parcheggi, nelle pozzanghere, sulla spiaggia, e non riesco a spiegarmi il perché. Qualche volta, quando non avevo troppe persone intorno mi sono chinata a raccoglierli. So che non si fa ma a casa le posate scarseggiano sempre, soprattutto perché nessuno ha mai voglia di lavarle ma ora grazie alla mia raccolta abbiamo circa tre forchette e una decina di cucchiai. Un numero quasi decente.
Sembra difficile da immaginare ma parlo di una quantità immensa di cucchiai sparsi per terra, lasciati così al loro destino. Ho provato a indagare sulla questione pensando che potesse esserci una ragione culturale o tradizionale alla base di ciò. Niente. Il caso.
Ieri, durante il mio rientro ondeggiante al villaggio con il tro-tro ne ho visti due, senza averne prima raccolto uno nei pressi di Las Palmas (il ristorante-fast-food vicino all’ong). A quel punto mi si è accesa una scintilla. I cucchiai sono un segnale concreto per qualcosa che verrà. Cosa, ancora non lo so, ma nelle prossime puntate cercherò di delinearlo meglio. Poi vi farò sapere.

martedì 24 settembre 2013

Impressioni di un settembre inoltrato..

Settembre è stato un mese parzialmente anomalo, il mio quinto mese in Ghana è volato, né più né meno di tutti gli altri certo, però mai come adesso mi sono resa conto di come il tempo passi tremendamente in fretta.
Vero è che manca ancora tanto tempo alla fine di questa mia esperienza africana, ma grazie ad oltre una settimana di light-out ho potuto riflettere parecchio a quello che sarò dopo questi 365 giorni. 
In realtà le possibilità che si prospettano all'orizzonte sono due, forse tre. 
La prima è quella di tornare in Italia, cercando di rientrare alla vita di sempre senza troppi shock culturali, architettonici, fisici e sentimentali, ovviamente un background decisamente arrichito, tanti bei ricordi e racconti esaltanti, i mille sorrisi quotidiani incontrati nella terra dei bambini e le impressioni di viaggio. Ipotesi n. 1: scartata. Anche se un caro amico mi ha fatto ricordare tutto quello che mi perderò.
La seconda e non ultima è quella di continuare il giro del mondo, ma suona un po' troppo fantastica anche per un'eterna sognatrice come me.
La terza, quella che al momento sembra la più probabile ma non è ancora confermata, un'idea bizzarra che mi sono messa in testa in questo settembre insolito potrebbe essere quella di rientrare nel bel Paese nella notte tra il 30 aprile e 1 maggio 2014 per qualche mese, variabile da due a cinque, per poi ritornare qui, in Ghana, ad Accra almeno per qualche anno. Perché? Non lo so, ma con tutte le contraddizioni del caso mi sembra di stare abbastanza bene qui e che possa essere un altro buon punto di partenza. In realtà questa ipotesi potrebbe realizzarsi o morire per sempre tra qualche settimana ma intanto mi piace pensare che sarà così. 
Anche adesso che piove intensamente da un paio di giorni non mi sembra poi così male. Quindi in linea ipotetica potrei anche viverci. Magari queste ipotesi sono tutte dettate dall'aria di settembre e da una mente un po' folle ma come sapete mi piace condividere.

venerdì 13 settembre 2013

Io sto con i coccodrilli

On-arrival training organizzato da domenica a giovedì in un complesso un po’ datato poco distante da Cape Coast sulla strada per il Kakum National Park, l'Hans Cottage Botel, il tutto circondato da flora e fauna rigogliosa, a volte indecifrabile, e una quantità non precisata di coccodrilli, una dozzina circa, propriamente alimentati che popolano la zona semipaludosa sulla quale l’intero complesso è costruito.
Annessa un’inaspettata sorpresa: la tanto sognata piscina che mi ha permesso di fare la bella nuotata tanto desiderata. Non ho molto da scrivere perché con tutti i pro e i contro del caso il training è stato a tratti molto interessante e a volte parecchio noioso, denso di luoghi comuni e istruzioni sulla sicurezza, alimentazione e salute che potevano esserci ben risparmiate a oltre quattro mesi dall’arrivo. Per il resto, almeno ho potuto passare del tempo con le altre due simpatiche volontarie coinvolte nello stesso progetto in Ghana per un’altra organizzazione e condividere con loro esperienze, dubbi, risate e resoconti di viaggio.
Ancora una volta niente visita al parco a causa della solita pioggia tropicale, quindi il resto del empo è dedicato al completo relax tra una nuotata in piscina e l'altra. Non so come dire che quasi sentivo la mancanza del villaggio. La vita è assura a volte. Vi lascio anche qualche foto descrittiva.





lunedì 26 agosto 2013

Esplorando..

Mai come in questi mesi ho sognato di concedermi una giornata al mare. In realtà abito in spiaggia, il problema è che non è propriamente uguale a come ce la immaginiamo. Puoi andarci per fare una corsetta o una bella passeggiata (prima del tramonto), osservare l'immensità dell'oceano che non ha fine, respirare un po' di arietta fresca o bere qualcosina al chioschetto di Natty. Niente bagno, le correnti sono troppo pericolose qui e il rischio di farsi trascinare via è all'ordine del secondo.
Allora per qualche tempo ho cercato di sondare il terreno, i locals dicono che poco distante da casa in linea d'aria circa una decina di chilometri c'è un bella spiagga, ben frequentata, tranquilla e pulita, ah e si può entrare in acqua, Bojo Beach.
Sabato, dopo aver rinunciato a qualche giorno fuori porta con le volontarie tedesche un po' perché non ero perfettamente convinta, un po' perché volevo passare il weekend con il mio uomo ecc., ho deciso che sarei andata al mare, a fare un bel bagno rigenerante.
Mi sono incamminata con Janis intorno a mezzogiorno. Una bella passeggiata di cinquanta minuti lungo il bagnasciuga attraversando strani villaggi di pescatori, una sorta di laguna/palude incontaminata e villaggi remoti, tipo dimenticati da dio.
La scelta di dirigersi verso ovest è stata assolutamente azzeccata, una manciata di ore all'aria aperta, qualche birretta, un bel piatto di riso e pollo ben cotto (anche se decisamente molto rincarato), insomma non avrei potuto chiedere di meglio. L'acqua dell' oceano è talmente fredda (forse è solo un'impressione) e salatissima. Alle spalle un fiume navigabile, dei bellissimi palmeti e le colline che riempiono l'orizzonte.
Sulla via del rientro, all'interno dei villaggi di frasche che vivono solo di pesca, mi sono dovuta confrontare con le amare riflessioni sulla modernità e sulle semplici cose che abbiamo sempre a disposizione ma non sono per tutti scontate. Come una connessione a internet o la corrente elettrica.
Domenica mi sono concessa un pranzo nel mio ristorante vegetariano preferito in compagnia dei soliti amici e qualche new entries per poi rientrare nel villaggio verso sera, fare due chiacchiere al chioschetto con una birra condivisa e prepararsi per la settimana a venire.

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