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lunedì 17 giugno 2013

Una domenica "prestata" al Vuduismo

Sabato mattina sono stata di nuovo a Glefe, il villaggio accanto al mio per il lavoro sul campo con Ro e Adjei. Siamo ritornati dall’uomo accusato di stregoneria per capirci qualcosa in più, e ci ha parlato delle pratiche vudù che usava fare il padre, ci ha mostrato orgogliosamente i suoi tatuaggi e ci ha raccontato di quando faceva il pescatore al porto di Tema. Dopodiché abbiamo continuato il nostro lavoro finché poco prima di rientrare a casa sotto il sole cocente, Adjei ci porta in un posto del villaggio dove un prete feticista pratica il vuduismo. Appena entrati nel cortile di casa tutto dipinto di rosa, si palesano davanti ai miei occhi tutti gli oggetti che utilizza per i suoi riti. Ci invita a partecipare il giorno dopo al rituale alle ore 15.00. Per la fotografia, chiederà espressamente ai “ghosts”.
Poche ore prima del rito, dopo aver discusso a colazione con Ro sulla questione e sui precedenti, mi chiedo se voglio andarci veramente, dovrei razionalmente allontanarmi dall’occulto e dall’esoterismo per una lunga serie di motivi che non vi elenco, ma ci vado in ogni caso perché istintivamente non riesco a non essere incuriosita e spaventata. Voglio vedere quello che succede.
In ogni caso mi sono ritagliata la mattina per meditare un po’ e tranquillizzarmi. Pranzo domenicale con spaghetti aglio, olio e peperoncino. Per esorcizzare.
Adjei ci riaccompagna lì, ma dice che non assisterà al rito. Ci indica il cammino e poi se ne va.
Ovviamente ci invitano a toglierci la maglia e le scarpe prima di entrare. La musica è talmente assordante e coinvolgente che non si riesce nemmeno a fare una parola, all’ingresso un pollo sgozzato che pende dall’alto, un povero gattino mezzo morente, vari talismani, amuleti, fiumi di apetesche (il liquore locale), gente che balla, che perde i sensi, che chiede qualcosa di incomprensibile al prete, parlano in Ewe.
I fantasmi non ci hanno dato la possibilità di fotografare, quelli in questione avevano una voce simile a quella di un tacchino che stramazza. Osserviamo la cerimonia per un po’ di tempo. Non succede nulla di assolutamente trascendentale. Sembrava una celebrazione che sfiora il paganesimo e la realtà metropolitana allo stesso tempo.
Dopo un paio di ore ce ne andiamo, in fondo è domenica e vogliamo approfittare della spiaggia e del chioschetto, dell’aria dell’Oceano bollente che soffia incessantemente, aperitivo e come sempre solidi o fuggenti incontri all’orizzonte.

4 commenti:

  1. Lascia stare i fantasmi e concentrati sui fuggenti incontri all'orizzonte che ho già capito di che si tratta!!!! ;-)

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  2. mi interessa moltissimo... altri racconti sull'esorcismo lauretta...

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  3. They will come soon. E sto anche leggendo un libro interessante su quest'argomento ambientato in Marocco :-)

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