Ho sempre pensato che l’operazione valigia (o meglio valigie) sarebbe stata un’impresa impossibile. Un’operazione che ti mette molta ansia, che crea attacchi di panico improvvisi e non prevedibili. Invece no. Questa volta è stato un gioco da ragazzi. Negli ultimi giorni avevo scritto una bella lista per non mancare niente, poi senza consultarla ho iniziato a raggruppare tutto in modo assolutamente casuale e privo di senso e non so come, ogni cosa si è incastrata alla perfezione. Certo che non è andato subito tutto liscio ma la variabile peso, dimensione, volume è contemplata. Vivrò un’estate lunga un anno. Mi mancheranno la coperta di lana di mia nonna, la sciarpa che mi ha regalato la mia migliore amica una volta a Natale, la borsa dell’acqua calda. No, forse no. Avrò solo nostalgia di quello che rappresentano.
Alla fine ho buttato dentro senza pensarci. Esiste solo un buon equipaggiamento. Il mio è composto da piccoli oggetti che mi sono guadagnata in questi giorni o in una vita intera. Beni materiali e immateriali che si intrecciano. Ecco, non potevo dimenticare una foto o una cartolina speciale, il ricordo di una persona mascherato da una canzone, i regali dell’ultimo momento e il mio libro preferito (quello che da sabato sera è tornato a dimorare sul mio comodino e che non abbandonerò più).
Poi le cose indispensabili le ho messe e anche qualche inutilità per compensare. Le mie valigie sono finite e pronte per accompagnarmi in questa avventura a tempo determinato. Chissà come torneranno dopo 365 giorni di cammino, o se torneranno. Intanto auguro loro un buon viaggio, uno altrettanto buono anche a me e a tutti coloro che partono e arrivano, a chi vive nell’immobilità e a chi si sente ovunque e da nessuna parte, a quelli che ci sono sempre e a quelli che anche quando non ci sono, sono vicini più che mai, in modi diversi.
Alla fine ho buttato dentro senza pensarci. Esiste solo un buon equipaggiamento. Il mio è composto da piccoli oggetti che mi sono guadagnata in questi giorni o in una vita intera. Beni materiali e immateriali che si intrecciano. Ecco, non potevo dimenticare una foto o una cartolina speciale, il ricordo di una persona mascherato da una canzone, i regali dell’ultimo momento e il mio libro preferito (quello che da sabato sera è tornato a dimorare sul mio comodino e che non abbandonerò più).
Poi le cose indispensabili le ho messe e anche qualche inutilità per compensare. Le mie valigie sono finite e pronte per accompagnarmi in questa avventura a tempo determinato. Chissà come torneranno dopo 365 giorni di cammino, o se torneranno. Intanto auguro loro un buon viaggio, uno altrettanto buono anche a me e a tutti coloro che partono e arrivano, a chi vive nell’immobilità e a chi si sente ovunque e da nessuna parte, a quelli che ci sono sempre e a quelli che anche quando non ci sono, sono vicini più che mai, in modi diversi.
Le Crocs! Non potevano mancare le Crocs! Buon viaggio.. e buona Africa :)
RispondiEliminaThanks darling!
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