Lo sapete, sono sempre stata un po’ scaramantica. Dico un po’ perché è qualcosa che va e viene nel tempo e nello spazio a seconda delle circostanze. Allo stesso tempo sono sempre molto attenta ai segnali che raccolgo ogni secondo della mia vita, materiali o immateriali, più o meno paranormali.
Potete pure farvi una mezza risata e pensare a quanto possa essere potenzialmente folle però questa dei cucchiai ve la devo proprio raccontare e magari potete provare a interpretare questo segnale con me.
Prima però dovete sapere che per la natura della cucina ghanese, la maggioranza dei cibi si mangia con le mani o con il cucchiaio, qualsiasi cosa sia: riso, spaghetti o uova. Molti locali mi hanno detto che hanno imparato ad usare la forchetta da adulti. So che suona un po’ strano ma è così.
Da quando sono arrivata il cucchiaio è stato il segnale predominante, quello costante al quale ho iniziato a prestare attenzione subito anche se non ci ho dato così tanta importanza.
Cucchiai ovunque, per strada, nei parcheggi, nelle pozzanghere, sulla spiaggia, e non riesco a spiegarmi il perché. Qualche volta, quando non avevo troppe persone intorno mi sono chinata a raccoglierli. So che non si fa ma a casa le posate scarseggiano sempre, soprattutto perché nessuno ha mai voglia di lavarle ma ora grazie alla mia raccolta abbiamo circa tre forchette e una decina di cucchiai. Un numero quasi decente.
Sembra difficile da immaginare ma parlo di una quantità immensa di cucchiai sparsi per terra, lasciati così al loro destino. Ho provato a indagare sulla questione pensando che potesse esserci una ragione culturale o tradizionale alla base di ciò. Niente. Il caso.
Ieri, durante il mio rientro ondeggiante al villaggio con il tro-tro ne ho visti due, senza averne prima raccolto uno nei pressi di Las Palmas (il ristorante-fast-food vicino all’ong). A quel punto mi si è accesa una scintilla. I cucchiai sono un segnale concreto per qualcosa che verrà. Cosa, ancora non lo so, ma nelle prossime puntate cercherò di delinearlo meglio. Poi vi farò sapere.
Potete pure farvi una mezza risata e pensare a quanto possa essere potenzialmente folle però questa dei cucchiai ve la devo proprio raccontare e magari potete provare a interpretare questo segnale con me.
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- Uno dei tanti - |
Da quando sono arrivata il cucchiaio è stato il segnale predominante, quello costante al quale ho iniziato a prestare attenzione subito anche se non ci ho dato così tanta importanza.
Cucchiai ovunque, per strada, nei parcheggi, nelle pozzanghere, sulla spiaggia, e non riesco a spiegarmi il perché. Qualche volta, quando non avevo troppe persone intorno mi sono chinata a raccoglierli. So che non si fa ma a casa le posate scarseggiano sempre, soprattutto perché nessuno ha mai voglia di lavarle ma ora grazie alla mia raccolta abbiamo circa tre forchette e una decina di cucchiai. Un numero quasi decente.
Sembra difficile da immaginare ma parlo di una quantità immensa di cucchiai sparsi per terra, lasciati così al loro destino. Ho provato a indagare sulla questione pensando che potesse esserci una ragione culturale o tradizionale alla base di ciò. Niente. Il caso.
Ieri, durante il mio rientro ondeggiante al villaggio con il tro-tro ne ho visti due, senza averne prima raccolto uno nei pressi di Las Palmas (il ristorante-fast-food vicino all’ong). A quel punto mi si è accesa una scintilla. I cucchiai sono un segnale concreto per qualcosa che verrà. Cosa, ancora non lo so, ma nelle prossime puntate cercherò di delinearlo meglio. Poi vi farò sapere.